L’infanzia e l’adolescenza sono fasi delicate e strategiche per il futuro sviluppo di una età adulta sana ed equilibrata. I bambini possono vivere difficoltà che non riescono ad esprimere all’interno della famiglia: possono non riuscire a progredire in autonomia, avere difficoltà a controllare l’aggressività, essere iperattivi, tutti disturbi che impediscono uno sviluppo armonioso negli anni essenziali per la costruzione della sua personalità.
Gli adolescenti passano attraverso sconvolgimenti sul piano psico-fisico che concernono la differenza dei sessi, di generazioni, la relazione con sé e con gli altri. Possono incontrare difficoltà relazionali, soffrire di inibizione, avere uno scarso rendimento scolastico o mostrare disturbi del comportamento come fobie, dipendenze, isolamento o condotte a rischio.
La Psicoterapia dell’età evolutiva si rivela utile nei casi in cui si osservano difficoltà o disagi nell’evolversi del percorso di crescita. Essa utilizza strumenti di indagine psicodiagnostica, l’ osservazione, il colloquio, il gioco, il disegno ecc in incontri individuali o di gruppo. Qualunque sia il tipo di trattamento è sempre consigliabile considerare la famiglia del minore e coinvolgerla più o meno attivamente nel processo. Ricordiamo:
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la psicoterapia d’ispirazione analitica si interessa alle dinamica profonde quando i conflitti che esse causano sono molto strutturati, usa molto spesso il gioco come mezzo di espressione di questi. Il terapeuta accompagna il bambino o l’adolescente nella trasformazione della relazione attraverso la parola e la creatività (gioco, disegno, pittura). Lo libera dalle sue angosce portandolo a una maggior comprensione di se stesso e degli altri. È una terapia lunga che impone una frequenza di sedute elevata ed in genere i suoi effetti si mostrano progressivamente.
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la psicoterapia familiare tra gli approcci non analitici, considera il bambino o l’adolescente problematico, come membri di un sistema familiare, che è coinvolto in toto nel processo terapeutico: pur se è il minore a manifestare disagio, esso non viene considerato come paziente designato (soggetto problematico). Il disagio del singolo lancia dei messaggi a tutti i componenti della famiglia e le dinamiche di relazione familiare contribuiscono a rafforzarlo e a bloccare il cambiamento. Il terapeuta familiare può aiutare i membri della famiglia ad affrontare la situazione di difficoltà, con l’obiettivo di rendere la famiglia in grado di attivare le risorse per trovare delle modalità di relazione più funzionali.
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- Dott.ssa Caterina Taccone