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Nivea portava sua figlia alla finestra e le indicava il tronco secco di un pioppo. – Era un albero enorme- diceva- L’ho fatto tagliare prima che nascesse il mio figlio maggiore. Dicono fosse così alto che dalla punta si poteva vedere tutta la città, ma l’unico che sia arrivato in cima non aveva occhi per vederla.

Ogni uomo della famiglia del Valle, quando era tempo di mettersi i pantaloni lunghi, ha dovuto arrampicarvisi per dar prova di coraggio. era qualcosa come un rito d’iniziazione. L’albero era pieno di tacche. Io stessa ho potuto verificarlo quando l’hanno abbattuto.

Dai primi rami intermedi, grossi come canne fumarie, si potevano già vedere le tacche lasciate dai nonni che avevano compiuto l’ascesa ai loro tempi.

Dalle iniziali incise nel tronco si sapeva di quelli che erano saliti più in alto, i più coraggiosi, e anche di quelli che avevano rinunciato, spaventati. Un giorno toccò a Jeronimo, il cugino cieco. Salì tastando i rami senza vacillare, perchè non vedeva l’altezza e non temeva il vuoto.

Arrivò in cima ma non potè finire la lettera iniziale del suo nome, perchè si staccò come un baccello e caddè a terra di testa, ai piedi di suo padre e dei suoi fratelli.

Aveva quindici anni. Portarono il corpo avvolto in un lenzuolo a sua madre, la povera donna sputò in faccia a tutti, gridò insulti da marinaio e maledisse la razza degli uomini che avevano incitato suo figlio a salire sull’albero, finchè le monache della Caridad

non se la portarono via legata in una camicia di forza.

Io sapevo che un giorno i miei figli avrebbero dovuto

continuare questa barbara tradizione.

Perciò lo feci tagliare. Non volevo che Luis e gli altri bambini crescessero con l’ombra di questo patibolo alla finestra.

 

              (da “La casa degli spiriti” Isabel Allende”)

 

La famiglia viene spesso rappresentata dalla figura dell’albero che affonda radici nel terreno, nel passato, e ha rami che vanno verso l’alto, verso il futuro. Ogni sistema familiare presenta una propria architettura temporale complessa e singolare, caratterizzata dall’intersecarsi delle storie individuali, delle esperienze condivise e dei legami tra le generazioni. Nel brano il pioppo è nel giardino della vecchia casa di famiglia, a simboleggiare il passaggio degli anni e la connessione tra le generazioni. Il pioppo è un albero molto alto, supera i 20 metri di altezza e può vivere più di 200 anni, ben rappresenta l’imponenza e la grandezza della famiglia del Valle del romanzo, dandole continuità nel tempo.Una funzione importante del sistema familiare è quella di tramandare la storia della famiglia attraverso i racconti di eventi, vicissitudini, episodi significativi… Qui è la madre stessa, Nivea, che porta avanti la narrazione del romanzo familiare con la figlia,sono infatti le donne di famiglia le depositarie degli aspetti storici. In questo senso ogni famiglia porta al suo interno e tramanda dei riti familiari.Il rito di iniziazione del salire sull’albero, la prova di coraggio, spetta ai maschi della famiglia durante quel delicato passaggio che dalla fase di latenza porta all’adolescenza, verso l’età adulta “quando era tempo di mettersi i pantaloni lunghi”. Parla quindi di ruoli e rappresentazioni familiari rispetto ad essi, suddividendo gli uomini della famiglia tra i più coraggiosi che si cimentano nell’impresa e i più spaventati, che vi rinunciano. Le tacche sull’albero sono una rappresentazione concreta e visibile del  passaggio delle generazioni. La prima volta che ho letto questo brano ho immaginato il salire in cima all’albero come possibile tentativo di svincolo dalla famiglia stessa, la cima dell’albero dava la possibilità di vedere tutta la città, il mondo esterno, ma allo stesso tempo il rito dava a coloro che avevano tentato l’impresa il senso di appartenenza alla famiglia stessa, era qualcosa che accomunava tutti i maschi del Valle. Mi sono chiesta se il mito di questa famiglia fosse legato all’impossibilità di vedere l’esterno, di andare via…”l’unico che sia arrivato in cima non aveva occhi per vederla“.Il mito è un modo di interpretare la realtà che viene condiviso dai membri di una famiglia e che svolge funzione di prescrizione per le generazioni successive, assicurando il mantenimento dell’unità familiare.. Attraverso di esso vengono trasmesse alle nuove generazioni modalità di comportamento relazionale, valori, ruoli e funzioni.

La salvaguardia dell’omeostati nel brano, ovvero dell’impossibilità di cambiamento, è assicurata dagli uomini della famiglia, attraverso un rito così difficile, per l’altezza dell’albero, quasi impossibile, che tutela l’unità familiare stessa… nessuno andrà via. La morte del cugino cieco e la maledizione che la madre manda agli uomini della famiglia rimane come un ulteriore monito o una “maledizione” per le generazioni successive, finchèarriva l’evento che cambia il mito e il corso della storia, l’abbattimento dell’albero, per volere di una donna, come salvaguardia del primo figlio maschio e liberazione dalla “maledizione” stessa.

 

Una delle principali funzioni della Psicoterapia si fonda sulla possibilità di dare agli eventi di vita una lettura differente, alternativa, rispetto a quella che le persone hanno sempre dato, per poter allargare il loro campo d’osservazione sugli eventi, rovesciando la visione a imbuto per non rischiare di cercare solo evidenze di conferma all’ipotesi iniziale.  Il taglio del pioppo può rappresentare nel brano non solo la possibilità di Nivea di creare un taglio netto con aspetti dolorosi del suo passato familiare, ma al contempo può essere letta come possibile  metafora dell’interiorizzazione da parte di Nivea della sua storia familiare, l’essere dentro il mito familiare avendo la possibilità di guardarlo con altri occhi, connettersi con le sue radici, non avendo più la necessità di un simbolo concreto (il pioppo) che ne ricordi l’ appartenenza, ma avendo sviluppato una “base sicura” interna. Nivea ora ha le sue radici familiari dentro di sé da trasmettere ai suoi figli.


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