L’adulto punto di riferimento nelle relazioni: tra ambienti, spazi e materiali

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Un’educazione attenta ai contesti

Per diversi anni ho lavorato nei nidi, luoghi speciali di cura ed educazione dei bambini, in un’età compresa tra 0 e 3 anni ed ho attraversato una rivoluzione politica, sociale e psicologica che ha riguardato proprio questi luoghi di educazione dei più piccoli.

Negli anni abbiamo percorso una serie di cambiamenti dei servizi educativi della prima infanzia, grazie al contributo dei nuovi orientamenti della pedagogia e della psicologia dell’età evolutiva. Cambiamenti politici e sociali che hanno rivoluzionato non solo l’aspetto logistico e strutturale dei luoghi, ma anche il ruolo stesso dell’adulto e la concezione del “bambino”. Non siamo molto lontani dai tempi in cui il bambino era considerato come una tabula rasa, un soggetto da plasmare senza caratteristiche personali o bisogni di socialità; i contesti educativi riflettevano, anche a livello strutturale, questa modalità di pensiero (nidi come parcheggi, grandi saloni, grandi numeri etc.).

In questo articolo mi soffermerò su come questa rivoluzione ha portato gradatamente ad un cambiamento rispetto all’identità del ruolo professionale dell’educatore, ma anche ad un ripensamento degli spazi e dei materiali che i bambini hanno a disposizione negli asili e di come questi aspetti riflettono il modo di pensare dell’adulto, ovvero di “colui che si prende cura”.

Un articolo che presenta spunti di riflessione psicologici, ma anche pratici, perché scaturisce dall’esperienza diretta sul campo, con suggerimenti e modalità operative di intervento. Si evidenzia iI ruolo dell’educatore oggi, che diviene un esperto di relazioni; la sua professionalità risiede nella misura in cui è in grado di sostenere la relazione (con i bambini, con le famiglie, con i colleghi) e favorisce la socialità. Questo compito complesso lo fa utilizzando tutte le risorse che ha a disposizione, compresi gli ambienti e i materiali.

Sul ruolo dell’adulto, le questioni chiave sono:
• è fondamentale la presenza dell’adulto, vero catalizzatore dell’interesse del bambino;
• l’adulto è mediatore di relazioni, tra il singolo bambino e l’altro da sé;
• l’adulto modula il suo intervento rispetto al fatto che il bambino abbia assimilato ciò che rappresenta il suo progetto (acquisizione di una competenza specifica).

Sul ruolo dell’ambiente (spazi e materiali di apprendimento) i concetti chiave sono:
• spazio e materiali devono essere “proposta di relazioni”, dunque sperimentabili dal bambino in modo libero e autonomo;
• non c’è un tempo delle attività strutturato in modo rigido, perché tutto è attività e gioco;
• l’adulto non propone attività con modi e tempi specifici, ma predispone lo spazio affinché esso possa accogliere il bambino nei suoi bisogni di sicurezza, relazione, esplorazione, conoscenza.

 


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