i Nel precedente articolo ho parlato di cosa sono le emozioni e di quali funzioni svolgono per interpretare ciò che ci accade nella vita quotidiana. A volte le emozioni sono bloccate e la persona può essere a disagio perché viene compromessa la capacità di adattamento alla vita e le relazioni con gli altri. Ma quella emotiva è un’abilità che si può sviluppare e incrementare con un adeguato training. Acquisire un’adeguata competenza emozionale produce benessere nella vita quotidiana. In questa seconda parte mi occuperò proprio di questo.
Le emozioni possono essere utili, positive oppure possono essere distruttive e renderci deboli. Essere emotivamente competenti vuol dire che la persona sa di avere emozioni, sa quanto e come esse sono forti, vuol dire che la persona conosce cosa esse provocano in se stessa e negli altri. Ciascuno di noi può imparare ‘come, dove, quando’ esprimere le emozioni, può controllarle, può imparare come esse incidono sulle altre persone; in altre parole, significa essere responsabile dei loro effetti. Ogni emozione ha la sua ragion d’essere, questo vale sia per quelle piacevoli, come la gioia, l’amore o l’apprezzamento che per quelle spiacevoli, come la paura, la rabbia o la tristezza. Se sono consapevole di ciò che sento nel qui ed ora, ovvero nel momento presente, non mi giudico né trascuro o faccio finta di niente, posso trarre beneficio e crescita personale da ogni esperienza.
Per esplorare questa fondamentale abilità è interessante la Scala della consapevolezza emotiva, elaborata da Steiner (1996). Prima di introdurla è necessario tenere presente alcuni principi di base identificati dall’Autore, propedeutici al processo di conoscenza emozionale:
dLa scala della consapevolezza emotiva presenta il concetto di competenza emotiva ipotizzando un continuum che va da 0 a 100 per quanto riguarda il possesso di tale abilità (Steiner, 1997).
Secondo Steiner, oltrepassando il gradino della barriera verbale, l’uso della parola e la capacità di scambiare informazioni tra le persone rende possibile la consapevolezza emotiva e la condivisione. Attraverso le tecniche di Analisi Transazionale la persona può iniziare un processo comunicativo teso a sviluppare questa competenza. Per andare oltre questa linea bisogna infatti, essere capaci di avere scambi transazionali, sinceri e onesti, sui propri sentimenti. Conoscere meglio le emozioni e le loro sottili manifestazioni aiuterà la persona a differenziare le emozioni e a indirizzarsi vero l’empatia e l’interattività.
La comunicazione dei sentimenti, e quindi la capacità di parlarne, richiede un impegno onesto e un’atmosfera di fiducia e accettazione senza la quale la conoscenza emotiva non può essere appresa. Un ambiente collaborativo e un gruppo di supporto in cui le emozioni dell’altro sono prese in considerazione sembra essere la base di questo processo.
Ciascuno di noi è dotato di competenza emotiva, chi più chi meno, il training dell’intelligenza emotiva è utile per aumentare tale livello. Il lavoro proposto con esercizi e tecniche specifiche dell’Analisi Transazionale, interviene a più livelli:
Parlare, discutere, esplorare ed essere responsabili dei propri sentimenti costituisce il fulcro del training per diventare competenti emozionalmente. Il training prevede tre stadi di lavoro con l’ausilio di esercitazioni e giochi di gruppo per acquisire in modo esperienziale, attraverso la pratica immediata, concetti semplici e quotidiani:
Le persone che acquisiscono tale competenza emotiva aumentano la capacità di dare e chiedere carezze a se stessi e agli altri, di stabilire transazioni affettive in cui si parla dei sentimenti, delle proprie paure e delle proprie gioie. Può migliorare dunque la qualità della propria vita e il proprio benessere psicologico.
Attraverso le tecniche del training emotivo si riequilibra il proprio modo di sentire e di agire in relazione all’altro, incrementa la capacità di empatia e condivisione perché aumenta la capacità di accettare errori di interpretazione e si comprendono altri modi di vedere o interpretare rispetto al proprio.
Il training emotivo sulla competenza emozionale è utile per la crescita personale e il benessere individuale; personalmente credo che sia applicabile e auspicabile nei diversi contesti in cui ogni persona si trova, particolarmente nel settore educativo e scolastico. In tutti quei contesti relazionali dove manca o è carente una conoscenza di base sulle emozioni e sulla loro gestione, può essere compromessa la capacità di comprendersi, di comunicare, in maniera efficace e corretta, di rendere produttivo e creativo uno scambio relazionale, un gruppo di lavoro.
Lavorare sulla competenza emotiva richiede un impegno particolare e totale, poiché è necessario lavorare innanzitutto con e su se stessi. Mi sembra di poter dire che in un qualsiasi programma che prevede lo sviluppo della competenza emozionale due mondi interagiscono costantemente, uno interno e l’altro esterno: il Sé e l’Altro, il Senso del Sé e il Senso degli Altri, l’Autoconsapevolezza e l’Empatia. Gli scambi tra autoconsapevolezza (capacità intrapersonale) ed empatia (capacità interpersonale), elementi fondamentali della competenza emotiva, sono alla base delle relazioni umane più profonde, più significative e costruttive. L’interazione di queste due abilità consente l’attivazione di quel circolo virtuoso e creativo che è alla base della realizzazione di se stessi e che incrementa relazioni basate sulla onestà e sulla condivisione.
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Bibliografia
Goleman D. (1996). Tr. it.: Intelligenza emotiva. Milano: Rizzoli.
Steiner C. (1996). ‘Transactional Analysis and Emotional Literacy’. TAJ, 26, 1, 31-39.
Steiner C. (1977). Tr. It. L’alfabeto delle emozioni: come conquistare la competenza emotiva. Sperling & Kupfer, Milano, 1999.